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Messaggio  Alfredo Sasso Ven Lug 17, 2009 3:05 pm

3) Sradicamento di qualsiasi forma di criminalità organizzata
Lo sradicamento di qualsiasi forma di criminalità organizzata deve
avvenire attraverso: sottrazione di manodopera cui oggi la criminalità
può attingere ampiamente (a causa di elevato livello di disoccupazione,
clima di illegalità diffusa e di comportamenti irrispettosi delle regole e
del vivere comune); fermezza repressiva; separazione netta tra politica e
la città del futuro 115
malaffare; partecipazione più attiva della Società civile nell’isolare comportamenti
criminali.
La situazione napoletana e meridionale non può essere affrontata con
metodi convenzionali. Contemporaneamente ad un movimento di rinascita
culturale è necessario uno sforzo congiunto a livello nazionale e locale
per dimostrare che lo Stato esiste anche nel Mezzogiorno d’Italia. I
cittadini, scegliendo la strada della ribellione morale alle mafie, devono
sapere di poter contare su uno Stato che non lì lascerà soli.
L’altro elemento fondamentale è la diffusione di comportamenti in linea
con il rispetto delle leggi e delle regole da parte dei cittadini, per separare
in maniera più evidente i comportamenti legali da quelli illegali.
Oggi la distinzione tra ciò che è legale o illegale, nelle regole del vivere
civile nel Sud, è sbiadita e indefinita.
Un movimento di rinascita del popolo meridionale deve passare attraverso
la diffusione del senso di rispetto delle regole e delle leggi comuni.
Non è concepibile che un automobilista a Napoli apra il finestrino
della propria auto e getti dei rifiuti per strada. Lo stesso cittadino in una
città del Nord (o ancora più evidentemente all’estero) non avrebbe lo
stesso comportamento.
Gli stranieri che vengono a Napoli per viverci, alla lunga, cominciano
ad adottare gli stessi comportamenti asociali ed incivili. Questo indica
la presenza di un clima che non contrasta o addirittura accetta culturalmente
certi comportamenti.
Da una parte è quindi necessario un movimento culturale che cambi
questo clima di irregolarità e inciviltà fino ad oggi non sufficientemente
contrastato; dall’altra, sono indispensabili una serie di esempi continui,
che dimostrino che anche al Sud chi non rispetta le regole o le leggi viene
punito o sanzionato.
A supporto di un tale cambiamento un ruolo fondamentale deve venire
dalle polizie municipali che devono rappresentare la prima forma
di presenza dello stato sul territorio, anche per il rispetto di piccole regole
di convivenza civile.
Bisogna partire dalla convinzione che se vogliamo veramente cambiare
il Sud e Napoli in particolare, c’è bisogno di un impegno straordinario,
una “cura da cavallo”.
116 alfredo sasso
Per affrontare e risolvere i problemi endemici, la polizia, i pubblici
ufficiali e gli stessi vigili devono essere messi nelle condizioni di far rispettare
le leggi.
Le forze dell’ordine devono essere la presenza visibile della legalità
nelle strade, riappropriandosi del territorio. D’altra parte bisogna prevedere
pene estremamente dure per chi offende o ferisce un pubblico
ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.
È inammissibile accettare che dei pubblici ufficiali possano diventare
oggetto di minacce o di attacchi – come a volte abbiamo avuto, la possibilità
di vedere – da parte di persone che difendono un delinquente
per non farlo arrestare, senza che chi opera questi crimini subisca gravissime
conseguenze. In casi del genere le persone che si rendono responsabili
di tali reati dovrebbero essere fermate, assicurate alla giustizia
e scontare pene adeguatamente severe. I benpensanti del “politically
correct” sono pronti, in genere, a vedere in queste proposte un imbarbarimento
della nostra democrazia e del vivere civile; a questi ciechi che
non vedono il livello di barbarie in cui siamo caduti è necessario chiarire
che oggi a Napoli (ed in molte città del sud) i cittadini sono nelle condizioni
di non vivere in una democrazia in cui possono esercitare i loro
diritti.
In termini conclusivi la barbarie che viviamo al Sud deve essere contrastata
con misure eccezionali: da una parte eliminando il bacino da cui
attinge la criminalità attraverso il potenziamento dell’offerta di lavoro,
lo sviluppo culturale e l’isolamento sociale in cui si deve sentire chi delinque
e non rispetta le regole del vivere civile; dall’altra, combattendo
con una fermezza senza precedenti le organizzazioni criminali, cosa che
richiede un patto tra le istituzioni.
4) Riqualificazione ambientale del Mezzogiorno
È incredibile quanto il Mezzogiorno abbia ignorato e stia addirittura
distruggendo una delle sue risorse naturali che potrebbero essere una
fonte inesauribile di benessere per l’attuale e le future generazioni.
Non esistono, infatti, territori che possono competere con il Mezzogiorno
d’Italia in termini di estensione di coste e litorali per la balneala
città del futuro 117
zione; panorami e bellezze naturali; cultura e storia; clima mite e vegetazione
lussureggiante.
È come se i Paesi Arabi che dispongono della risorsa petrolio distruggessero
ogni giorno i propri pozzi e creassero un’economia alternativa
basata sul commercio di dinamite per la distruzione dei propri
pozzi petroliferi.
Come può un popolo arrivare a tale punto di depravazione e di stupidità?
Purtroppo se non partiamo da un’autocritica e non arriviamo a un
buon livello di autocoscienza collettiva, finché continueremo a dire che
è colpa di qualcun altro e che noi personalmente non possiamo farci
niente, dovremo metterci l’anima in pace e magari cominciare a commerciare
anche noi in dinamite per distruggere i nostri pozzi di petrolio
o meglio, come si fa dalle nostre parti, lucrare sull’immondizia per distruggere
l’ambiente in cui viviamo!
La responsabilità è nostra, non perché oggi tutti noi traiamo beneficio
da questa situazione, anzi ne siamo vittime. Ma siamo ugualmente
colpevoli per omissione, siamo responsabili di tacere, di esserci abituati,
di non avere più voglia o speranza di cambiare tutto ciò.
Contro questo disastro, dovremmo richiedere l’approvazione di una
legge ad hoc per “genocidio”. Cos’altro è se non genocidio, quello che
a diversi livelli di responsabilità, si sta perpetrando contro noi stessi e le
generazioni future?
È ugualmente colpevole chi semplicemente trasporta un camion con
immondizia che scarica su un terreno; chi è proprietario di quel terreno;
chi ha lucrato sull’intera operazione; chi ha visto, ma tace!
Non sarebbe più facile sfruttare ciò che la natura ci ha messo a disposizione?
Ma anche a vederla dal lato del più efferato criminale che vive nella
nostra Regione, come è possibile avvelenare il territorio in cui si vive e
mettere al mondo dei figli in una terra avvelenata dove è coltivata la verdura
e la frutta che mangiano?
A meno di non aver deciso di vivere in un’altra parte d’Italia, d’Eu-
118 alfredo sasso
ropa o del Mondo questo è davvero folle. Veramente non abbiamo alternative?
Immaginiamo che vantaggio potremmo avere tutti dal riqualificare le
nostre coste ed il nostro mare, osserviamo quale economia sono riusciti
a costruire sul litorale romagnolo rispetto alle potenzialità che abbiamo
sul litorale Domitio, la costiera Amalfitana, quella Sorrentina, le coste
Pugliesi, della Basilicata, della Calabria e della splendida Sicilia.
Ma possiamo pensare di interrompere questa follia e capovolgere un
destino che ci sta distruggendo? A tale scopo un rilancio economico potrebbe
nascere proprio dalla riqualificazione ambientale.
Le proposte di “2033 Progetto Sud” sono: incremento delle pene per
chi si macchia da solo o mediante organizzazioni, del reato di “avvelenamento
ambientale”. Tale reato dovrebbe essere punito in maniera
esemplare, considerando l’impatto sulla salute pubblica; riqualificazione
delle aziende operanti nei nostri territori, mediante finanziamenti agevolati;
contrasto a tappeto delle aziende che non rispettino le norme ambientali
(anche le più piccole) per le quali oggi l’impressione è che ci sia
un alto livello di tolleranza; protezione e supporto dell’agricoltura locale,
favorendo colture di qualità e l’agricoltura biologica.
In questo modo il “made in Sud” diventerà un marchio di qualità riconosciuto
in tutto il mondo.
L’obiettivo è anche quello di sollecitare l’intero tessuto produttivo
meridionale, sia ad emergere dalla condizione di economia sommersa,
che oggi in parte la caratterizza, sia ad un più stretto rispetto delle norme
ambientali.
Tali proposte consentirebbero nell’arco di pochi anni di incrementare
il numero delle nostre coste balenabili e di creare tanti altri siti con
vocazione turistica.
Con investimenti qualificati il Sud d’Italia diventerebbe, vista la sua
meravigliosa collocazione geografica, un punto di riferimento nel mondo
per un turismo di qualità.
Ambiente, condizioni climatiche, storia, cultura e accoglienza risulterebbero
inimitabili punti di forza.

Alfredo Sasso
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